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| Da sinistra a destra Alpi Liguri e Alpi Marittime dalla Rocca Ginepro |
Il bosco si ferma poco prima di arrivare al precipizio, quasi a dire “io non vado oltre, questa paura rocciosa non fa per me”. Eppure è proprio il bosco il suo principale alleato e il suo migliore amico perché, mentre le tiene protette le spalle come fosse un vecchio scialle, la rende al tempo stesso misteriosa e inaccessibile. Regno incantato di lupi e caprioli lui, regno assoluto dei rapaci lei.
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| L’Alta Valle Tanaro dalla Rocca |
Giungo alla Rocca Ginepro quando ho bisogno di quel silenzio pieno di voci che solo la natura può dare. Quando i miei occhi han bisogno di spazi che descrivono l’uomo come una piccola insignificante creatura tra le creature, quando ho bisogno di mettere la mia vita nelle mani dell’istinto e dell’intuito e zittire la voce della mente chiacchierona. Quando ho bisogno di aggiungere nuovi ricordi e lasciar volare via quelli vecchi ed inutili, quando ho bisogno di sentire che stare da soli con se stessi, ma avere comunque qualcuno che ci aspetta, è un privilegio.
Arrivo sul limite e mi fermo. La testa gira in una vertigine a guardare verso il basso. Ancora un passo e… per guardare meglio oltre il ciglio mi stendo a terra, Babette resta indietro, saldamente legata ad un ginepro. Rimango lì finché non sento che i miei occhi han toccato tutto e che il mio spirito si è colmato di quel tutto. Il ritorno non è mai come l’andata: si è verificato un cambiamento, dentro di me, proprio cosi, come l’ho cercato e immaginato. E il sentiero mi appare meno lungo e misterioso. Rientro nel mondo di sempre e saluto la Rocca, ringraziandola.
Buoni passi a tutti.
Alègri! ❤️




Leggerti è bellissimo, viverti lo è ancora di più, è una fortuna per me che i nostri sentieri si siano incrociati. Tuo zingaro
RispondiEliminaGrazie amore ❤️ quando scriverai qualcosa anche tu sul tuo blog?
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